A partire dal 2007, grazie alla circolare del Ministro Fioroni, il telefonino veniva etichettato come «elemento di distrazione sia per chi lo usa che per i compagni, oltre che una grave mancanza di rispetto per il docente». Veniva quindi suggerito al corpo docente e ai dirigenti di adottare severi provvedimenti in merito per limitarne (se non addirittura vietarne) l’utilizzo.
Ora però si è riconosciuto che gli smartphone sono diventati parte della vita quotidiana per cui non devono essere demonizzati ma devono essere utilizzati in modo consapevole e coinvolti nel processo di istruzione.
Per questo motivo il Ministro dell’Educazione Valeria Fedeli, in occasione dell’evento relativo all’attuazione del Piano Nazionale Scuola Digitale (PNSD) tenutosi a Roma lo scorso 26 luglio ha annunciato che presto gli strumenti digitali potranno essere utilizzati in classe. Il Ministro ha comunicato la creazione di un gruppo di lavoro che darà le linee guida per un uso più consapevole degli strumenti digitali come tablet e smartphone. Questa scelta nasce dal presupposto che tanto i ragazzi per molto tempo usano comunque il cellulare in classe, di nascosto sotto i banchi, per cui tanto vale legittimarne l’utilizzo ponendo delle regole per portarli ad un «uso consapevole e in linea con le esigenze didattiche».
Il gruppo di lavoro inizierà a svolgere la sua attività il 15 settembre 17 e avrà 45 giorni di tempo per «chiarire l’uso dei dispositivi personali delle studentesse e degli studenti in classe, intervenendo sulle attuali circolari, risalenti ad un periodo troppo lontano da oggi».
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